martedì 13 dicembre 2011

Io quelli di Creta li facevo più fragili: Immortals - 2011



Milano, Stazione Centrale, ore 7.25 di venerdì 2 dicembre. (Sì, ho cominciato a scriverlo un bel po’ di giorni fa e me ne son dimenticato…cazzo volete?!). Di fronte a me un tizio sta leggendo La Gazzetta dello Sport strappandosi simpaticamente le sopracciglia.
Sto andando a Torino perché dopo un anno e mezzo che mi sono iscritto non ho ancora ritirato il tesserino universitario. Non gliene frega un beneamato a nessuno però è per dire che, nel frattempo, al mercato di Via Belgirate (che tra l'altro è in via Stresa)…
…no.
Niente. Rispolverare ancora le vecchie oggi non mi ispira. Io gli voglio bene alle signore anziane che  parlano del tempo, che c’hanno il reumatismo, che vanno al mercato a comperare le mutande  al nipote, che «…ma ha sentito della figlia del Carletti?», però stamattina no.  Anche perché se una vecchia al mercato di Via Belgirate (di via Stresa) alle 7 del mattino mi si mette a parlare di Mickey Rourke che fa Iperione re di Creta io
1)Sto ancora dormendo ma mi sveglio manco fossi Tarzan con le Gocciole e alla vecchia gli alzo le corna del mètal
2)me ne vado a casa felice e con qualche speranza per l’avvenire perché ci sono i vecchi ggiòvani
3)torno indietro gridando «megèra rialzami sto cinque che mi son preso benissimo»

…ma sto vaneggiando. Sciura Cesira, levati dai maroni che devo parlare io di Immortals, ho speso sei euro e mezzo al cinema e adesso dovrò pur dire qualcosa su Mickey Rourke Iperione Re di Creta.

Allora praticamente la  storia è questa: c’è Mickey Rourke Iperione Re di Creta che vuole l’arco paura per liberare i Titani e muovere guerra al mondo intiero e tirare su un bordello che la metà basta solo perché gli hanno ammazzato la famiglia. Zeus non c’ha sbattimento di sistemare le cose ma comunque addestra Teseo, un uomo, per salvare gli uomini. Lui, Teseo, è tipo il più figo di tutti i tempi ed è anche bravo a dar giù di schiaffi, solo che è figgh’e’bbuttana quindi i suoi paesani non lo cagano di pezza e quindi salvare il mondo sarà più difficile. Ma comunque si schiaccia la bella del film, e dato che è addestrato da Zeus salverà gli uomini. Anche se Mickey Rourke Iperione Re di Creta alla fine riuscirà a liberare i fuckin' Titani dicendo: «così se volete potete farci il sequel». Scusate lo spoiler. (Se non avete capito che ho scritto questa sinossi senza senso per dire che è uno script senza senso andate a tirar coriandoli.)

Immortals.
Satyricon.
Ma facciamo i finti seri. Molte cose nella storia esistono perché c'è stato un precedente. Nel caso di Immortals il precedente reca grossi pettorali in CGI: 300, che per quanto infarcito di fascismi e americanismi vari era un’orgia visiva e stilistica carica di gloria nel senso fortiore del termine (il tamarro giusto che ti carica ammille). Qui non c'è l'epica e non c'è la barbarie: le chicche superviolente e le ideuzze sadiche malate non mancano, ma è tutto di un infighettato pazzesco che ti prego. I produttori di 300 hanno provato a ripetere l’operazione, ma con un precedente così scomodo la questione si complica. È come per Ziggy Marley, per Hugo Maradona e per tutti i figli (o parenti) d’arte, c’è l’obbligo di essere uguale ma diverso, raggiungere gli stessi obiettivi con un’impronta assolutamente personale, spostandoti dall’ombra di un precedente scomodo. Immortals si vuole smarcare, ma correndo lontano da 300 arriva rittu rittu ad assomigliare a Clash of the Titans. Minuto di silenzio.

Non che il film faccia proprio cagare cagare, intendiamoci. La sceneggiatura è assolutamente imbarazzante, certo, ma è la scelta consapevole di un regista di videoclip che al terzo lungo della sua carriera dato che ha i sghei si preoccupa più di fare i pezzi con il 3D che di perdere tempo con una storia. Cosa sono le nozioni di tempo e spazio, cosa sono il tempo e lo spazio stessi in confronto agli dèi e a Mickey Rourke?
(Postilla: a me ha fatto molto ridere l'idea di affidare lo “script” a due sceneggiatori GRECI. Americani come un hamburger, ma greci. Che di greco hanno solo la S alla fine del cognome, ma greci. Come fare scrivere a Giovanni Ribisi un film su Giulio Cesare dato che è italoamericano. Stima.)
Dato il palese disinteresse per quella che si potrebbe definire “trama”, uno sospetta ed annusa che forse le priorità sono altre, e concede la sua preziosa attenzione di spettatore vigile e consapevole (…) all'estetica, unica cosa veramente riuscita: Tarsem Singh dice di essersi ispirato a Caravaggio, ma secondo me ha sparato la banfa della storia solo per farsi bullo con le tipe. Immortals è riuscitissimo da questo punto di vista, ma, al di là dell'indiscusso talento visivo e registico del Singh, ha un debitazzo bello grosso con due film, Hero e il Satyricon di Fellini. Da Hero riprende l'impostazione cromatica delle scene, spesso monocrome o comunque con stacchi di colore molto forti tra sfondo e oggetti, e dal Satyricon prende tutto, partendo dalle scenografie teatrali, passando per i personaggi (soprattutto quelli secondari e soprattutto il Minotauro) e arrivando a quell'atmosfera di sofferenza mista febbre che ti fa avere caldo e stare scomodo. Quindi bene. Almeno Tarsem furbetto Singh sa chi citare. O copiare.
Satyricon.
Immortals.

Jamiroquai.
Marte.

Poi, discorso a parte, i costumi. Nei credits c'è scritto che li ha fatti Eiko Ishioka, ma anche lì, è la superbanfa per farsi belli perché lei ha vinto l'Oscar con Dracula di Bram Stoker e acchitta quelli del Cirque du soleil e dicono che è tipo la mejo art director der monno. Invece io, che il Tarsem è un mio amico, vi dico com'è andata per davvero: un giorno che è venuto da me ci siam messi a vedere Godzilla e lui si è preso benissimo con Deeper Underground, quindi ha alzato il telefono cominciando a sbraitare come un ossesso «Hey Jay Kay, ho visto Godzilla…PAURA! Mi sei venuto in mente...senti dato che la costumista c’ha le papille gustative interrotte e la spalla che le fa contatto col piede (cit.), al posto di tirar coca come un mantice da mattina a sera, vieni a disegnarmi una trentina di cappelli dei tuoi che devo travestire i miei personaggi da stronzi». Quindi dèi uguali a Pegasus e Sirio il Dragone, un botto di copricapi di dubbio gusto e l'Olimpo che pare Rio de Janeiro a carnevale. 


Ti amo per come reciti.
Citazione a parte, doverosissima: Freida Pinto. E' la versione anni 2010 del concetto “Monica Bellucci – sarai cagna a recitare ma non mi frega un cazzo”. La strada che porta al finale del film è resa meno noiosa solo perché c’è lei a dire un sacco di banalità (come tutti lì in mezzo), a far finta di soffrire per il suo ruolo di indovina eccetera eccetera – sbadiglio – e a far vedere gli occhioni e qualcos’altro: al momento del qualcos’altro applausi in sala, giuro. Aneddoto per dare un'idea della questione: Clint Eastwood non era un fumatore. Odiava le scene in cui Sergio Leone gli faceva indossare il sigaro: «Ma devo proprio fumarlo ‘sto sigaro?!» gli chiedeva, e Sergio Leone rispondeva: «Guarda che il protagonista è lui, non sei tu…»…ecco, fate che Freida Pinto sia Clint e che il suo culo sia il sigaro, accompagnato da un assai virtuoso primissimo piano. Ribadisco: applausi in sala. Questa è l’ultima cosa che dimenticherò di Immortals.

Di conseguenza, un film debole e quasi originale ma di un’originalità un po’ coatta. Che però ha tre grossi punti di forza: le atmosfere e i colori, un culo, e questo:


Il top.