sabato 3 marzo 2012

Over and over and over again - Over The Top, 1987




Febbraio 1987 (e me ne sono ricordato oggi): questo poster di Stallone, rappresentato come un Kenshiro americano, annuncia l'uscita di "Over The Top" l'unico film sentimentale/drammatico sul braccio di ferro.

25 anni dopo nessuno è mai riuscito a calcolare il numero di adolescenti maschi ai quali sono cresciuti i peli sul petto dopo aver visto questo poster. Comunque sono tutti diventati gente di bocca buona, semplice e con chiare distinzioni fra chi sono i buoni e i cattivi nella vita.

25 anni dopo ti commuovi sempre quando rivedi questo padre che va a prendere il figlio che non vede da 10 anni, mentre Robin Zander canta “In This Country”.

25 anni dopo ripeti sempre che il mito della canotta bianca non è di Bruce Willis, ma di Sly negli ottavi di finale del torneo di braccio di ferro.

Mai cambiare la strada vecchia per quella nuova, ma se cambi la presa della mano vinci sempre.

25 anni dopo questo film rimane il greatest hits dei labbri a virgola di Sly e una delle sue migliori intepretazioni come padre spirituale che dispensa la morale al figlio.

Stallone batte sempre tutti perchè lui c'ha il cuore.

Nel 2012 potreste giustamente dire che tutto questo è anacronistico, scontato e banale, ma tutto questo accadeva negli anni '80, in un decennio in cui:

I buoni vincono sempre e i cattivi, se non muoiono trucidati, piangono.

Sono tutti reduci del Vietnam: Rambo, John Matrix, McGyver, Thomas Sullivan Magnum, l'A-Team etc.

Gli adulti ringiovaniscono veramente: prendete Ralph Macchio. In "Karate Kid III" aveva già 30 anni, sposato con figli, e aveva quella faccia da adolescente/cane bastonato. Prendete Jennifer Grey di "Dirty Dancing" che aveva anche lei quasi 30 anni e aveva quel viso sognante e dolce delle adolescenti.

I maestri di arti marziali invecchiano inesorabilmente, tipo Pat Morita che in "Karate Kid" aveva 50 anni e ne dimostrava almeno 60.

Newman di “Baywatch” è l'unico vero guardaspiaggia ma non se lo fila nessuno perchè è stempiato e con la foresta amazzonica nel torace.

David Hasselhoff vince sempre contro Poseidone e salva tutti dall'annegamento.

Patrick Swayze in lacrime = bambino di 2 anni che addenta uno spicchio di limone.

Elizabeth Shue diventa un po' la fidanzata d'America: la fidanzata di Daniel LaRusso, di Marty McFly e anche di Robert DeNiro nell'orrendo “Nascosti nel buio”.

Charles Bronson, già vecchio dal 1950, che è un pensionato con l'hobby di ripulire una città dove vengono radunati tutti i criminali del XX° secolo nei vari capitoli de “Il Giustiziere Della Notte”.

Schwarzenegger è un barbaro robot ex berretto verde che salva la figlia e nel tempo libero batte a braccio di ferro gli amici, dicendo: “La Cia ti ha rammollito i muscoli”.

Seagal ha ancora i suoi capelli e tratta la pistola come un semplice accessorio, tipo la catenella per il portafoglio nella tasca posteriore dei jeans. Comunque non ricarica mai, non ne ha bisogno.

Bruce Willis invece scarica un intero caricatore su ogni terrorista, ne tira fuori almeno 25 dalla tasca e si dice sempre: “Ma perchè mi vengono in mente queste idee?!”

“Full Metal Jacket”. Il 90% delle persone che l'hanno visto la prima volta hanno avuto attacchi schizofrenici, da "Tanti auguri Gesù Cristo BUAHAUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUA" della prima parte a "Cristo Eightball! Oh no...Cowboy no...beh però è iperrealistico, c'è l'humor sulla violenza e la guerra, il disprezzo per la guerra...grande Stanley" della seconda parte. Il 10% ancora non l'ha visto.

Non esiste ancora quel termine che negli ultimi 20 anni c'ha davvero frantumato i coglioni, un termine che vale solo se abbinato a un determinato tipo di vestito, ascolto o modo di parlare altrimenti non funziona: post. Ma che cazzo vuol dire post?

E infine Stallone, che prima di “Over The Top” ha realizzato la trilogia del tamarro con “Rambo II – Rocky IV e Cobra” risolvendo la Guerra Fredda così: “Se io posso cambiare e voi potete cambiare...Tutto il mondo può cambiare!”

Grazie a tutti.

Grazie Sylvester Gardenzio Stallone.