martedì 7 agosto 2012

La lunga via verso l'Avvento - 7

The Last Supper. Ever.

La lunga via verso l'Avvento - 6 Derailed


di Marco Cullorà


Il principio di approccio ai film con JCVD è lo stesso principio dei film con Steve. La differenza sostanziale sta nell'applicazione degli arti inferiori sugli organismi, per dirla
in termini spiccioli "porre l'attenzione sui calci volanti in faccia", che da sempre hanno caratterizzato il nostro.


Steve al contrario ricorre alle controfigure quando si tratta di alzare 
la gamba oltre l'angolazione dei 30°, anche se ha dimostrato in "Lawman" di essere un discreto imitatore degli obesi bobby londinesi che rincorrono i taccheggiatori.
Divagazioni buddhiste a parte, questa sera Rai 4 c'ha fatto il piacere di mandare in onda "Derailed - Punto d'impatto", uno di quei film che appartengono alla categoria dei "film dove i terroristi sequestrano la gente", che negli ultimi anni, dopo "Trappola di cristallo", si sono radicati un po' ovunque riportando in auge il mito del treno, perchè "insomma il treno è sempre il treno".
"Film dove i terroristi sequestrano la gente e per di più sul treno mentre stai viaggiando" è ormai un genere codificato che ha le proprie caratteristiche e i propri principi di applicazione della fisica gravitazionale. Se nei film sul treno comandi il vento, allora non esiste cattivo sulla faccia della terra che possa ucciderti.
Comunque c'è sempre qualcuno che alza la mano per chiedere informazioni su questo tipo di film, ecco una linea guida
1) I terroristi uccidono quasi sempre i bigliettai per la stessa ragione che vorremmo farlo noi in ogni momento della giornata.
2) I terroristi sono alla ricerca di armi, tecnologie sofisticate o armi biologiche che potrebbero uccidere milioni di persone.
3) Il protagonista non viene mai preso in ostaggio perchè si trova 10 volte su 10 dalla parte opposta o tre metri vicino al luogo del sequestro (in bagno/nel corridoio mentre sta tornando in stanza/in cucina a fare il boss delle torte come insegna la sacra scuola Seagal).
4) Il protagonista non è mai l'unico ad avere libertà di movimento durante il sequestro, lo affianca in un secondo momento il facchino o qualsiasi lavoratore che abbia a che fare con il treno.
5) Non è un film ambientato sul treno se non ci sono almeno 30 minuti di scene sul tetto del suddetto treno, in cui l'eroe diventa la reincarnazione di Mosè, separando i venti con i capelli completamente a posto..
6) I terroristi minacciano di uccidere gli ostaggi ma non lo fanno mai o non ne hanno mai il tempo.
7) Se l'eroe ha l'occasione di uccidere il cattivo dopo mezz'ora di film, gli capiterà un imprevisto che lo costringerà a ucciderlo 60 minuti dopo.
Detto questo, agli inizi c'è una bella inquadratura di Firenze col cupolone del Brunelleschi, il campanile di Giotto e la scritta "Vienna", ma sono quei bellissimi svarioni geografici che capitavano anche ai film di Steve, tipo l'arco di trionfo e sotto la scritta "Bulgaria" a caso.
Ritroviamo un JCVD in versione sportiva che fa l'agente NATO, impegnato da un lato a non mandare a rotoli il matrimonio ventennale con la moglie e prole (figlia adolescente bionda e il ragazzino che tira i calci volanti) e dall'altro a scortare una donna di nome Galina (che a questo punto i più colti avranno subito pensato a "ruspa Galina, ruspa!"), che ha nelle sue mani un virus batteriologico potentissimo.
Guarda caso i due dovranno muoversi in treno fino a Monaco e si ritrovano fra le palle una banda di mafiosi, capeggiata da un certo Mason Cole (Tomas Arana, che i verdoniani ricorderanno come l'ex marito paraplegico di Ornella Muti in "Io e mia sorella"), alla ricerca di Galina. 
A questo punto si sa già come vanno le cose: tutto ruota su Van Damme che ondeggia sul tetto del treno, o meglio sulla scenografia in movimento come fanno capire gli effetti speciali poverissimi, e prende a calcioni i terroristi uno per uno mentre il virus batteriologico si diffonde e riporta in vita il vaiolo. Niente panico, casualmente la moglie di Van Damme è un medico e si ritrova a raffreddare la temperatura corporea di 20 ostaggi a secchiate di ghiaccio come i più biechi episodi di nonnismo al militare.
Tutto il resto, fra le telefonate ai generali e Van Damme in moto che salta da un treno all'altro, corre con l'intento di celebrare un JCVD poco ispirato che non si sottrae mai al suo dovere e mena piedi all'orba sulla gente cattiva con le armi. Alla fine vogliamo questo e ci accontentiamo.
Insomma era il 2002, l'anno successivo JCVD avrebbe realizzato uno di quei film che ti fanno piangere come quando risenti dell'effetto cibo piccante la mattina dopo: "In Hell".
-10 all'avvento.