El club de la lucha.
Chaqueta metalica.
Saga crépusculo.
El Equipo A.
Bob Esponja.
Dannati spagnoli che traducono i titoli peggio che in
Italia.
Los Vengadores.
BOOOOOM.
La Marvel ha fatto il colpaccio. Ha caricato filmacci su
filmacci (per quanto mi riguarda si salva solo Iron Man ma perché c’è Sherlock col pizzettino eccentrico e coi
soldi, e il resto è bassume) per arrivare a riunire tutti i personaggi in
questo FILMONE (con la F, la I, la L, la M, la O, la N e la E maiuscole) che,
riunendo i supereroi gozzi nati dalla seconda guerra mondiale in poi, qualche
aspettativa l’aveva creata.
Io questa fremente aspettativa non l’avevo, non sono un grande
lettore di fumetti, e a proposito dei supereroi Marvel sono poco preparato (amo
cospargermi il capo di cenere), ma da amante del cinema ignorante fatto di
esplosioni e pizze in faccia sono uscito dalla sala presobenissimo, entusiasta
di questo lavorino ammodo.
C’è tutto quello che
il genere richiede: humour, esplosioni, pizze in faccia e…basta. Non serve
altro.
È un film senza una gran storia, non ne ha bisogno, è superflua, e
stronzo chi la pretende. C’è il megacocktail di supereroi che ha accompagnato
generazioni, e basta alla grande. E questo perché? Perché un film in cui ci
sono cinque, sei, sette protagonisti, se lo sai tirare nel modo giusto ti va da
solo. Se poi il ruolo dei cinque, sei, sette protagonisti è essere dei grossi che salvano il mondo, allora apposto. Il former regista di Buffy, Joss Whedon,
fa da direttore d’orchestra e regala ad ognuno lo spazio che si merita,
equilibrando il tutto e lasciando ad ogni personaggio il giusto margine per
esprimersi, senza che nessuno calpesti i piedi dell’altro.
Se a questo si aggiunge la comicità, una comicità semplice
ed efficace, ritagliata su misura ad ogni protagonista, allora è fatta, e alla
grande. Mai avrei pensato che Hulk potesse essere così divertente.
Poi, gli attori.
Robert Downey Jr. fa il suo come sempre, gli basta tenere la
faccia che si porta appresso e va tranquillo nel suo essere miliardario e
filantropo (poi non so come sia suonata la battuta in italiano).
Scarlett Johansson fa
il suo come sempre nel suo essere espressiva quanto un comodino, e come sempre
ci regala rotondità che nella tutina di pelle fanno sorvolare sul resto. E poi
ha due labbra che con una volta staresti bene per tre mesi. Minimo. Ma dio
quant’è incapace.
E poi, signore e signori, Mark Ruffalo. Sarà l’assonanza con
un cognome a me familiare, sarà che è un misto tra Jeff Goldblum e Michael
Keaton (viaggio mio), ma il suo Bruce Banner è talmente e deliziosamente
sociopatico e preso male e intristito che in coppia con lo Sherlock miliardario
e filantropo vanno a braccetto manco fossero Sandra e Raimondo.
Se a tutto questo si aggiungono scene d’azione a embolia
mille e una scena finale dove c’è il CAOS e le sberle «e poi Iron Man ha fatto
PIIIEOOUUWWWW!!!» (che è esattamente quello che vogliamo) e le battutine
divertenti, allora siamo di fronte ad un prodotto con i controfiocchi, che
riabilita le schifezzuole precedenti e fa ben sperare per il seguito, benché
abbia alzato, e di molto, l’asticella di fighismo per tutto il genere
(ringrazio il Doc per l’acuta osservazione).
Che dire, una bomba. Bravi tutti.
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