martedì 17 luglio 2012

Hayayayayayayyyyy, los Vengadores!!! - The Avengers, 2012




El club de la lucha.
Chaqueta metalica.
Saga crépusculo.
El Equipo A.
Bob Esponja.
Dannati spagnoli che traducono i titoli peggio che in Italia.

Los Vengadores.
BOOOOOM.

La Marvel ha fatto il colpaccio. Ha caricato filmacci su filmacci (per quanto mi riguarda si salva solo Iron Man ma perché c’è Sherlock col pizzettino eccentrico e coi soldi, e il resto è bassume) per arrivare a riunire tutti i personaggi in questo FILMONE (con la F, la I, la L, la M, la O, la N e la E maiuscole) che, riunendo i supereroi gozzi nati dalla seconda guerra mondiale in poi, qualche aspettativa l’aveva creata.

Io questa fremente aspettativa non l’avevo, non sono un grande lettore di fumetti, e a proposito dei supereroi Marvel sono poco preparato (amo cospargermi il capo di cenere), ma da amante del cinema ignorante fatto di esplosioni e pizze in faccia sono uscito dalla sala presobenissimo, entusiasta di questo lavorino ammodo.
 C’è tutto quello che il genere richiede: humour, esplosioni, pizze in faccia e…basta. Non serve altro.

 È un film senza una gran storia, non ne ha bisogno, è superflua, e stronzo chi la pretende. C’è il megacocktail di supereroi che ha accompagnato generazioni, e basta alla grande. E questo perché? Perché un film in cui ci sono cinque, sei, sette protagonisti, se lo sai tirare nel modo giusto ti va da solo. Se poi il ruolo dei cinque, sei, sette protagonisti è essere dei grossi che salvano il mondo, allora apposto. Il former regista di Buffy, Joss Whedon, fa da direttore d’orchestra e regala ad ognuno lo spazio che si merita, equilibrando il tutto e lasciando ad ogni personaggio il giusto margine per esprimersi, senza che nessuno calpesti i piedi dell’altro.
Se a questo si aggiunge la comicità, una comicità semplice ed efficace, ritagliata su misura ad ogni protagonista, allora è fatta, e alla grande. Mai avrei pensato che Hulk potesse essere così divertente.

Poi, gli attori.
Robert Downey Jr. fa il suo come sempre, gli basta tenere la faccia che si porta appresso e va tranquillo nel suo essere miliardario e filantropo (poi non so come sia suonata la battuta in italiano).
Scarlett Johansson fa il suo come sempre nel suo essere espressiva quanto un comodino, e come sempre ci regala rotondità che nella tutina di pelle fanno sorvolare sul resto. E poi ha due labbra che con una volta staresti bene per tre mesi. Minimo. Ma dio quant’è incapace.
E poi, signore e signori, Mark Ruffalo. Sarà l’assonanza con un cognome a me familiare, sarà che è un misto tra Jeff Goldblum e Michael Keaton (viaggio mio), ma il suo Bruce Banner è talmente e deliziosamente sociopatico e preso male e intristito che in coppia con lo Sherlock miliardario e filantropo vanno a braccetto manco fossero Sandra e Raimondo.
Se a tutto questo si aggiungono scene d’azione a embolia mille e una scena finale dove c’è il CAOS e le sberle «e poi Iron Man ha fatto PIIIEOOUUWWWW!!!» (che è esattamente quello che vogliamo) e le battutine divertenti, allora siamo di fronte ad un prodotto con i controfiocchi, che riabilita le schifezzuole precedenti e fa ben sperare per il seguito, benché abbia alzato, e di molto, l’asticella di fighismo per tutto il genere (ringrazio il Doc per l’acuta osservazione).
Che dire, una bomba. Bravi tutti.

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